
Il degrado dei suoli è la causa della riduzione delle rese agricole, e colpisce 1,7 miliardi di persone. In particolare il fenomeno si evidenzia in Asia, sia a causa del debito accumulato per il degrado, sia per l’elevata densità di popolazione. Si stima inoltre che almeno 47 milioni bambini sotto i 5 anni soffrano di ritardi nella crescita connessi con la ridotta disponibilità degli alimenti. Questo il fulcro intorno al quale ruota il nuovo “The State of Food and Agriculture” FAO. Recuperare il 10% del suolo degradato con pratiche di gestione sostenibile permetterebbe di nutrire 154 milioni di persone in più ogni anno. Il rapporto ha individuato tre indicatori chiave per misurare il degrado: carbonio organico nel suolo, erosione del suolo e acqua nel suolo.
Un uso programmato e mirato del BIOCHAR è in grado di contrastare almeno due dei tre fattori, in quanto il trattamento dei suoli indeboliti con BIOCHAR indurrebbe un aumento del carbonio organico ed una maggiore ritenzione idrica. Non voglio citare lo stoccaggio di carbonio e la generazione di crediti di carbonio, in quanto una pratica per il salvataggio dei suoli e delle persone diventerebbe automaticamente un asettico e freddo investimento finanziario, l’esatto contrario di ciò che dovrebbe essere un intervento di recupero dei suoli impoveriti.
